Sinodo dei Giovani

Riformare la Chiesa con la freschezza delle nuove generazioni

Le conclusioni del Seminario internazionale organizzato dalla Segreteria del Sinodo dei Vescovi
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Identità, progettualità, alterità, tecnologia, trascendenza: sono queste le parole chiave dalle quali sono partite le riflessioni del Seminario internazionale sulla situazione giovanile, che si è svolto nei giorni scorsi a Roma, nell’Auditorium della Curia Generalizia dei Gesuiti.

Ne ha parlato, nelle sue conclusioni, il segretario generale del Sinodo dei Vescovi Lorenzo Baldisseri, spiegando che dal dibattito è emerso il metodo dell’ascolto reciproco: “Non può esservi cammino sinodale che non parta dall’ascolto. Del resto la parola ‘Sinodo’ – come ricorda spesso anche il Papa – significa ‘cammino comune’, ‘strada condivisa”.

Al seminario sui giovani, pensato soprattutto per specialisti e finalizzato a elaborare un contributo scientifico in vista del Sinodo dell’ottobre 2018, hanno preso parte 21 giovani, 15 esperti provenienti da università laiche, 17 esperti provenienti da università ecclesiastiche, 20 formatori e operatori della pastorale giovanile, 9 rappresentanti di organismi della Santa Sede.

“I giovani di oggi, malgrado le molte contraddizioni del tempo in cui vivono, sono – ha detto il card. Baldisseri – assetati di verità, libertà, amore, cioè ‘cercatori di senso”. Attingendo ai suggerimenti emersi nel corso del Seminario, il segretario del Sinodo dei vescovi ha fatto riferimento alla costituzione di un’équipe di giovani che supporti il lavoro della segreteria generale del Sinodo e dei suoi consultori nel lavoro preparatorio dell’assemblea sinodale, soprattutto in merito all’elaborazione dell’Instrumentum laboris. Inoltre, si è discusso dell’ipotesi di calendarizzazione di alcuni momenti nel contesto dei lavori del Sinodo, nei quali i Padri sinodali possano confrontarsi con i giovani, chiedere a loro, scambiare con loro opinioni e idee.

Tra le altre richieste formulate dai ragazzi, il coinvolgimento stabile di alcuni giovani negli organismi della Santa Sede, con la consapevolezza che, ha detto il segretario, “se sul serio vogliamo promuovere la riforma della Chiesa nella linea indicata da Papa Francesco, possiamo e dobbiamo partire dalla freschezza delle nuove generazioni”. L’esperienza di questi giorni, ha aggiunto, “ha rafforzato in noi una convinzione fondamentale: anche il Sinodo dei giovani può rappresentare un tassello di quel rinnovamento missionario della Chiesa, che – per l’esortazione apostolica Evangelii gaudium – costituisce la sfida improrogabile del nostro tempo. Ai giovani dobbiamo rivolgerci non solo perché ci aiutino a capire ‘come’ annunciare il messaggio cristiano, ma anche per comprendere meglio ‘cosa’ il Signore Gesù chiede oggi alla sua Chiesa, ‘cosa’ si aspetta da essa in questo momento storico, ‘cosa’ tagliare e ‘cosa’ invece ritrovare all’interno della sua missione”.

Si è soffermato su alcune “buone pratiche”, intervenendo durante il Seminario, Francesco Botturi, prorettore dell’Università Cattolica, insistendo sul ruolo di arte e musica: “La questione artistica è straordinariamente importante in un percorso formativo perché fa sintesi della pluridimensionalità umana di cui i giovani hanno bisogno. Aiuta il ragazzo a riguadagnare l’unitarietà della sua dimensione esistenziale”. Da segnalare, secondo il prorettore, “anche le diverse forme del volontariato, istituzionale e non”. Da Botturi inoltre l’invito a “praticare una visione concreta, non astratta, del sapere”.

A sfatare i luoghi comuni sui giovani di oggi è stata María Marcela Mazzini, docente alla Pontificia Università Cattolica Argentina: “Condividere, ascoltare ed essere ascoltati sono valori che i giovani apprezzano a livello pastorale. Le nostre proposte devono tenere in conto la dimensione delle relazioni”, partendo dall’idea che “ogni giovane è unico e come tale va trattato e valorizzato, impegnandosi per la sua persona e condividendo la sua ricerca personale”. Ha proseguito Mazzini: “Abbiamo bisogno di adulti che siano disposti a lavorare con i giovani e possiedano certe caratteristiche speciali: maturità, apertura, disponibilità, carisma, e pazienza apostolica sostenuta nel tempo, senza l’attesa di risultati immediati”. Infine, la docente ha messo in evidenza come le proposte di evangelizzazione debbano essere “varie, mirate ad itinerari molteplici e diversificati”, rispettose della gradualità del processo di evangelizzazione e capaci di non limitarsi alle attività ma di generare “processi di evangelizzazione”.

 

18 settembre 2017