Incontro mondiale famiglie

Card. Schönborn (Vienna), “relazione con Dio aiuta sposi a guarire ferite e a trovare significato più profondo”

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Al “realismo spirituale” nel matrimonio, in cui il coniuge “si rende conto che l'altro non è suo, ma del Signore”, è dedicato il paragrafo 320 di Amoris Laetitia. A richiamarlo è il card. Christopher Schönborn, arcivescovo di Vienna, che questa mattina introduce e modera, nell’ambito del Congresso pastorale dell’Incontro mondiale delle famiglie a Dublino, il panel dedicato alla celebrazione della famiglia nella tradizione giudeo-cristiana. Secondo il porporato, la “relazione personale” con Dio "non solo aiuta a guarire le ferite della vita in comune, ma consente anche agli sposi di trovare nell'amore di Dio la più profonda fonte di significato nelle loro vite". E questa realtà “è vera per tutto il matrimonio, non solo per i matrimoni cristiani”. Schönborn si sofferma quindi sull’indissolubilità, “radicata nelle inclinazioni naturali della persona umana" che rende l’amore coniugale "la più grande amicizia" caratterizzata da un "stabile impegno a condividere e plasmare tutta la vita" e costituisce anche il “bene del i bambini nati da questa unione” che "vogliono che i loro genitori rimangano insieme". Per il porporato, il loro bene “dovrebbe essere la preoccupazione principale, e non può essere oscurato da alcun ulteriore interesse o obiettivo. In caso di separazione, i bambini dovrebbero ancora crescere ascoltando i loro genitori parlare bene l’uno dell’altro”, perché altrimenti la tranquillità interiore del bambino ne risentirà e le ferite saranno "difficili da guarire".

 

22 agosto 2018