Incontro mondiale famiglie

Mons. Tighe (Pcc), “lo sport via privilegiata per trasmettere i buoni valori”

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“Se lo sport riuscirà a raggiungere il suo impegno nel coinvolgere e includere tutti, aiuterà a ispirare una visione di solidarietà che offre speranza a tutta l'umanità”. Lo ha detto mons. Paul Tighe, segretario del Pontificio consiglio della Cultura, intervenuto stamani nel panel dedicato al rapporto tra famiglia e sport, nell’ambito dell’incontro mondiale delle famiglie, in corso a Dublino. Focalizzandosi sull’impegno della Fondazione Ssh, mons. Tighe ha evidenziato come si impegni a “creare una partnership tra leader religiosi, rappresentanti della società civile, organizzazioni internazionali e coloro che hanno la responsabilità diretta della governance di diversi sport”. L’obiettivo è quello di “garantire che lo sport realizzi il suo potenziale come un grande bene umano per promuovere la prosperità di individui e società”. “In particolare, Ssh si impegna a mettere in evidenza i 6 principi di compassione, rispetto, amore, illuminazione, equilibrio e gioia. Questi sono principi inerenti allo sport ma che hanno rilevanza per tutti gli aspetti della vita umana”. La convinzione del segretario del Pontificio consiglio per la cultura è quella che “lo sport ha una capacità privilegiata, e probabilmente una concomitante responsabilità, nell'elevare il profilo e incoraggiare il perseguimento di questi principi e valori, grazie alla sua centralità nella vita di così tante persone e della sua portata globale”. I modelli sono, dunque, gli sportivi. “La fama e la celebrità di molti sportivi danno loro un'occasione unica per modellare e difendere i principi”.

 

23 agosto 2018