Incontro mondiale famiglie

P. Czerny (Dicastero sviluppo umano), “la nostra Chiesa impari sempre di più ad accompagnare i migranti”

Czerny.jpe

“Richiamare alla mente la vita e l'insegnamento di Gesù, vedendo in essi la sua identificazione con richiedenti asilo e migranti vulnerabili”. L’invito è di p. Michael Czerny, co-sottosegretario della sezione Migranti e rifugiati del Dicastero per la promozione dello sviluppo umano integrale, intervenuto questa mattina al panel che il Congresso pastorale dell’Incontro mondiale delle famiglie in corso a Dublino dedica alle sfide incontrate dai rifugiati e a quale dovrebbe essere la risposta cristiana a questa crisi. “Avere un posto – constata Czerny facendo riferimento al titolo del panel “Nessun luogo dove posare il capo” - è normale, anche per gli uccelli, le volpi. Non avere un posto è anormale. Ma questa anormalità, per noi cristiani, non può essere solo un fatto o un po’ di sfortuna di qualcuno”.

Piuttosto, avverte, noi siamo chiamati ad "accogliere lo straniero" e "noi" è “la mia famiglia, la nostra comunità, il nostro vicinato, la nostra parrocchia, la nostra diocesi, le nostre organizzazioni cattoliche” perché le famiglie di migranti vulnerabili “non sono solo bisognose e meritevoli della nostra misericordia. Sono anche ‘noi".

Queste famiglie “possono, a loro volta, aiutare a proteggere i vulnerabili, a promuovere lo sviluppo umano integrale degli altri e potrebbero riuscire ad integrare meglio coloro che inizialmente li hanno lasciati entrare”. Di qui un auspicio: “Possa la nostra Chiesa imparare sempre di più ad accompagnare i migranti e diventare una Chiesa sempre migliore in grado di accompagnare tutte le famiglie in un processo di rapida trasformazione”.

 

22 agosto 2018