Chiese locali

Accompagnatori fedeli della grazia di Dio

Dalla conferenza episcopale australiana un documento sul ministero dei laici
Australia.jpg

 

“Accompagnatori fedeli della grazia di Dio” è il titolo del documento sul ministero dei laici nella Chiesa in Australia lanciato alla Conferenza nazionale sulla nuova evangelizzazione, Proclaim2018, promossa dalla Commissione episcopale per l’evangelizzazione.

Il testo - scrive nell’introduzione il vescovo Michael McCarthy che presiede la Commissione episcopale per il ministero della Chiesa - “descrive il ministero e la missione della Chiesa”, configurandosi come un “documento di lavoro” che “offre una solida base teologica e pastorale per la pastorale laicale”, sul cammino verso il Concilio plenario della Chiesa australiana del 2020.

Dopo la nascita, nel 2012, del “Consiglio cattolico per il ministero pastorale dei laici” per facilitare il dialogo tra le diocesi e un “approccio nazionale”, e dopo uno studio sulla realtà locale, ora il Consiglio ha prodotto queste linee guida nazionali per “promuovere e attivare atteggiamenti e pratiche di collegialità” in Australia, terra in cui i primi cattolici sono arrivati nel 1788.

Da quella data parte il documento, ripartito in cinque capitoli, per “identificare le complessità implicate nel ministero pastorale laico”, “comprendere il ruolo del ministero pastorale laicale nella comune vocazione del discepolato e in che modo si relaziona con altre forme del ministero”, descrivere in modo pratico il ministero pastorale laico e proporre alcune raccomandazioni per una “visione condivisa nella pratica”.

Intento del documento, non “stabilire quali ruoli debbano essere compresi nel termine ‘ministero pastorale laico’, ma essere un aiuto e guida nello sviluppo di una visione condivisa, una comprensione comune e riconoscimento della pastorale laicale a livello nazionale e locale”. 

Un laico “diventa un ministro pastorale laico quando la sua vocazione a un ministero formale pubblico nella Chiesa è frutto di adeguato discernimento; i suoi doni sono identificati e formati attraverso la formazione e la pratica; la persona è autorizzata dall’autorità competente a un ruolo o ufficio appropriato ai suoi doni per il servizio”, da svolgere in “stretta collaborazione con i vescovi, sacerdoti, diaconi e consacrati”. Il documento offre anche una serie di “raccomandazioni” perché questa “visione condivisa” sia rispecchiata “nella prassi”.

18 luglio 2018
Leggi anche...