Visite ad limina

Australia: ripartire da Cristo con umiltà

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Parlando della situazione della Chiesa in Australia oggi, i Vescovi di quella regione, ricevuti presso il Dicastero in visita “ad limina”, hanno riconosciuto nella secolarizzazione strisciante, una delle cause principali dell’arretramento generalizzato dell’esperienza religiosa nel Paese. Pian piano l’Australia “sta mettendo Dio in panchina”, come era solito dire Papa Benedetto XVI. Infatti, oggi, un australiano su tre non si riconosce in nessuna religione.

Ma pur ascrivendo alla cultura secolarizzata una parte cospicua della responsabilità nella disaffezione di molti fedeli nei confronti della Chiesa cattolica in particolare, in una disamina lucida e onesta, i vescovi – ricevuti lo scorso 27 giugno – non hanno eluso la quota di colpa spettante alla Chiesa stessa. Oltre due decenni di accuse di abusi contro figure apicali della Chiesa australiana hanno lasciato il segno. Numeri alla mano, i Vescovi hanno ammesso la chiara correlazione tra questi crimini e il calo vertiginoso della pratica religiosa tra i fedeli cattolici: il tasso di frequenza dei sacramenti è in caduta libera, così come il numero di matrimoni sacramentali. Le vocazioni scarseggiano.

Come risalire la china? Come tornare ad annunciare Cristo con credibilità? A queste domande ineludibili, i Vescovi hanno risposto in coro: “Dobbiamo ripartire da Cristo se vogliamo recuperare credibilità. Occorre tornare al Kerygma, e farlo con grande umiltà”. Ci vorrà del tempo per ricostruire la fiducia persa e a questo sforzo sono chiamati a partecipare tutte le membra della Chiesa: chierici, laici, giovani, donne, uomini…

E parlando precisamente del contributo che i laici sono chiamati a offrire, la fotografia scattata dai presuli ci ha restituito l’immagine di una Chiesa in cui tradizionalmente i laici godono di una grande autonomia nelle loro iniziative. Infatti, il laicato australiano è piuttosto ben organizzato e fortemente inserito nell'attività catechistica, pastorale e missionaria. E per rendere questa partecipazione ancora più significativa e rispondente alle sfide odierne, nel 2018 la Conferenza episcopale ha adottato un documento dal titolo eloquente: “Faithful Stewards of God’s Grace: Lay Pastoral Ministers in the Church in Australia”. Questo testo racchiude delle linee guida sui laici che tutte le diocesi del Paese stanno cercando di implementare. Il documento riafferma tra le altre cose la centralità del sacerdozio comune di tutti i fedeli fondato sul battesimo così come l’unicità e l’irrepetibilità del contributo specifico di ogni fedele all’edificazione dell’unico Corpo di Cristo che è la Chiesa. Sempre in tema di strategie per accrescere la partecipazione qualitativa di tutte le componenti del Popolo di Dio alla missione, i presuli hanno condiviso lo sforzo di riflessione oggi in atto per far sì che la presenza delle donne nella Chiesa sia sempre più valorizzata. Infatti, hanno espresso l’auspicio che si passi presto dalla già consolidata presenza delle donne nel managment della chiesa ad una Chiesa in cui ci siano più donne in ruoli di governance. Anche le famiglie cattoliche, minacciate da un’inaudita crisi del matrimonio, dovranno essere accompagnate perché possano diventare anche esse soggetti della missione della Chiesa. E in questo senso, in molte diocesi, si sta sperimentando il catecumenato per il matrimonio, ma anche l’idea di affidare ogni giovane coppia appena formata ad una coppia madrina, dalla consolidata e comprovata caratura cristiana. Quest’idea mutuata dall’esperienza pastorale della Chiesa in Nigeria restituisce così alle famiglie stesse la precipua responsabilità dell’accompagnamento di altre famiglie.

La Chiesa australiana scommette anche sui giovani per la sua rinascita. Nel corso degli anni, la memorabile Giornata Mondiale della Gioventù celebratasi a Sydney nel 2008, continua a dare i suoi frutti. Infatti, da allora, la pastorale giovanile si è fortemente radicata nelle varie diocesi. In particolare, i vescovi hanno ricordato 3 iniziative a loro rivolte: le GMG internazionali; l’Australian Catholic Youth Festival e la piattaforma destinata alla formazione dei responsabili per la pastorale giovanile.

Su questo ultimo tema dei giovani, il Cardinale Farrell ha caldamente incoraggiato i vescovi australiani a perseguire la strada intrapresa della scommessa sulle giovani generazioni. Anzi, dice il prefetto, occorre cominciare ancora prima, investendo le migliori energie sui giovanissimi per non incappare nel rischio di arrivare troppo tardi, quando ormai la cultura circostante, con il suo imprinting, li avrà già plasmati in modo irreversibile.

Ad Limina Visit - Australian Catholic Bishops Conference
05 luglio 2019
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