Laici

Un popolo in cammino verso la santità

Il sottosegretario Ghisoni all’incontro promosso dalla Conferência Nacional das Associações do Apostolado dos Leigos presso la Conferenza episcopale portoghese
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La sfida più grande che la chiamata alla santità pone ai fedeli laici alla luce della esortazione apostolica Gaudete et Exultate? “Cantare lo spartito nostro, non uno ideale ma non reale”, eseguendolo “insieme a coloro che, accanto a noi, interpretano, a loro volta, un rigo diverso dello stesso spartito, ma in armonia tra tutti, lasciandosi guidare fiduciosamente dalla mano del Direttore, che, sapientemente, ci conduce ad essere protagonisti di una sinfonia, espressione del nostro essere in cammino insieme, come popolo”. Così ha risposto Linda Ghisoni, sottosegretario del nostro Dicastero, intervenendo sabato 23 novembre al V Incontro nazionale promosso a Santarém, in Portogallo, dalla Conferenza nazionale delle associazioni dell’apostolato dei laici, riconosciuta dalla locale conferenza episcopale.

In un auditorium affollato da 600 laici provenienti da tutte le diocesi del Portogallo, alla presenza del Patriarca di Lisbona, del Nunzio apostolico in Portogallo e di alcuni Vescovi, Linda Ghisoni, ha premesso che la chiamata alla santità riguarda ciascun battezzato, nessuno escluso, quindi ha affermato che, per rispondere a questa chiamata, basta “vivere la risposta fedele e umile a quello che siamo e che siamo chiamati a diventare, in base alla vocazione inscritta geneticamente in noi da quando il battesimo ci ha innestati come tralci nell'unica vita, come figli nel Figlio: una chiamata che contiene in sé la missione specifica per ciascuno di noi”.

Se “ognuno di noi ha una missione propria, i cui connotati concreti sono dati dalla specifica situazione familiare e sociale, dall’essere sposati, genitori, oppure celibi, nubili, dall’impegno lavorativo che abbiamo, dall’essere uomo o donna, giovane o anziano”, ognuno “vivrà la missione concreta ricevuta dal Signore come la ‘propria’ via alla santificazione, unica e irripetibile per ciascuno,… senza fughe in avanti né indietro e senza sottrarci al nostro impegno quotidiano nel lavoro, nell'impegno sociale, nel volontariato, nella vita pubblica".

L’atteggiamento da adottare è “di costante ascolto intelligente e di grande prudenza per poter valutare anche le vicende quotidiane in un’ottica di fede e viverle coerentemente con il Vangelo. L’impegno in questo senso – ha spiegato – è la nostra via alla santità”.

La proposta è “affascinante”: “Quella di rendere tutta la nostra esistenza manifestazione di un unico progetto divino, che ci è stato rivelato e che abbiamo abbracciato. È la proposta di raggiungere una piena unificazione interiore, di diventare pienamente trasparenti, a noi stessi e agli altri. […] Persone che hanno un cuore indiviso, un animo semplice, un centro vitale unificato, sono in genere persone schiette, piene di forza perché non temono le proprie fragilità, affidabili, estranee ad ogni ipocrisia e doppiezza, che ispirano fiducia e che spesso fanno innamorare anche gli altri dell’ideale per il quale essi vivono e per il quale si spendono con dedizione totale. Sta qui, penso, il fascino di tutti i santi”.

Un ruolo particolare riveste, in quest’ottica, la “dinamica popolare”: “Nasciamo da un Dio che è comunione, quindi la dinamica di popolo, di comunione alla quale ci invita il Papa non è che un corrispondere alla nostra autentica natura, al nostro marchio di fabbrica, allo spartito musicale in cui noi siamo chiamati ad eseguire la nostra parte”.

29 novembre 2019