Incontro mondiale delle famiglie

Michael Egan (Irlanda), “L’importanza dell’appartenenza: esplorare l’interesse contemporaneo nella genealogia”

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Cresce sempre più l’interesse verso le proprie radici. Lo afferma Michael Egan della fondazione Family History Foundation (Ifhs), intervenendo alla seconda giornata del congresso pastorale organizzato a Dublino in occasione dell’Incontro mondiale delle famiglie (21-26 agosto). “Non ho mai incontrato una persona che non fosse interessata a scoprire da dove venivano i suoi antenati – racconta – e chi erano e cosa facevano le persone i cui nomi comparivano sul loro albero genealogico. Pezzo dopo pezzo, come a comporre un grande puzzle, la ricerca di nuovi informazioni diviene simile a una dipendenza”. L’Ifhs nasce in Irlanda nel 1984 con l’obiettivo di raccogliere i dati e i nomi contenuti nei vecchi registri parrocchiali, resi spesso quasi illeggibili dal passare del tempo. Un lavoro necessario alla luce della diaspora irlandese, un lavoro che ha permesso agli irlandesi di scoprire quelle che erano le loro radici. “Tutti pensavano – racconta Egan – che se non iniziavamo quanto prima, tutte quelle informazioni sarebbero andate perse per sempre”. Un primo gruppo proveniente da ogni parte del Paese ha iniziato a raccogliere dati storici dai registri di tutte le chiese irlandesi. “In ogni contea sono stati creati dei centri di raccolta dati – prosegue Egan -, inizialmente su carta e successivamente in digitale. Ci è sembrato giusto chiamare il sito che abbiamo creato con i dati raccolti Roots Ireland (Rootsireland.ie)”. I 34 centri di Ifhs sono distribuiti in 32 contee e la cooperazione tra le diverse parti è stata sempre molto buona. “Il fatto che i centri siano profondamente radicati nelle loro comunità - commenta Egan – permette agli esperti presenti in ogni contea di avere informazioni dettagliate in termine di cognomi, topografia, storia, luoghi dei cimiteri, fonti genealogiche e storiche e tutte le strutture turistiche. Tutto è sotto lo stesso tetto. Si tratta di informazioni che non si possono trovare da nessun’altra fonte”. Tutti i fondi, che Ifhs raccoglie dal sito web vengono distribuiti ai Centri e il denaro viene utilizzato per aggiungere nuovi dati a “Roots Ireland”. “Fino ad oggi – afferma Egan – sono stati raccolti, registrati, controllati e messi in rete quasi 21 milioni di documenti. Ma il lavoro non è ancora finito. Il nostro lavoro proseguirà finché avremo la voglia e l’entusiasmo di proseguire”. Il gruppo Clans of Ireland si incontra regolarmente nella Christ Church a Dublino e, cerca di promuovere lo sviluppo di clan, conferisce le medaglie dell’Ordine al Merito e, in collaborazione con il Consiglio permanente, istituisce un premio annuale per il miglior saggio storico sull’Irlanda gaelica in età medievale (600 a.C. – 1700 d.C.). Egan sottolinea, inoltre, come negli ultimi anni il Dna abbia dato un contributo importante alle ricerche genealogiche. “Esso permette di rintracciare parenti sconosciuti che oggi vivono in ogni parte del mondo – spiega -. Questo è molto importante per l’Irlanda, perché i nostri antenati  erano spesso costretti a recarsi in zone assai lontane, con assai poche possibilità di rimanere in contatto con gli altri membri della loro famiglia. Molto spesso, grazie al Dna, si sente parlare di persone dall’Australia che sono in contatto con persone che vivono negli Stati Uniti e che scoprono che i loro antenati provengono dalla stessa famiglia, costretta ad emigrare a causa della carestia. Questi collegamenti sarebbero stati inimmaginabili fino a poco tempo fa”. Il servizio che offre l’Ifhs permette alle persone di acquisire dati genealogici relativi alle proprie famiglie direttamente da casa, spesso senza alcun costo. “L’interesse verso la genealogia è scoppiato nell’ultimo decennio – commenta Egan -. Molti hanno scoperto che la genealogia è un passatempo molto piacevole, soprattutto quando si ha il tempo di dedicarvisi. Per molte persone che oggi vivono all’estero e che hanno antenati irlandesi non è solo una questione di ‘essere irlandesi’, ma si sforzano di trovare la contea da cui provengono, la parrocchia precisa e la posizione della casa in cui sono nati. E una volta scoperto il posto, vogliono tornarci. Sperimentano allora una grande gioia. Il nostro compito, oggi, con il nostro lavoro, è che sempre più persone possano vivere questa gioia”.

 

22 agosto 2018