Verso il Sinodo dei giovani
Siamo ancora liberi con gli smartphone in mano?
Migliaia di studenti dei licei cattolici rumeni coinvolti in un programma formativo nazionale
“Gli smartphone e i tablet sembrano sempre esistiti, ma hanno poco più di un decennio. Inoltre, non sono, come si è portati a credere, delle scatole vuote, ma dei barattoli pieni ed a riempierli ci pensa un manipolo di società globali che lavorano con la logica del profitto e non quella educativa. Per questo, nel tempo delle infinite opzioni apparenti, i giovanissimi hanno l’illusione di scegliere (musica, videogiochi, chat ecc.), ma spesso c’è chi ha già scelto per loro e raramente ha scelto il loro bene”. A parlare è Marco Brusati, collaboratore del nostro dicastero, direttore di Hope e curatore dell’iniziativa World Youth Hope con il Team dell’Ufficio di Pastorale Giovanile della Diocesi Greco-Cattolica di Oradea diretto da don Paul Popa e che coinvolgerà migliaia di studenti dei licei cattolici della Romania.
Ogni incontro prevede una relazione introduttiva con numerose provocazioni su come gli strumenti mediali possano diventare soggetti e non oggetti; successivamente, ci sono previsti lavori di gruppo guidati dagli insegnanti dei licei appositamente formati in un meeting che si è tenuto a Brasov lo scorso 5 settembre, grazie ai quali verranno elaborati due output: un messaggio collettivo per un grande della terra e un progetto di vita personale, che verrà poi trattato anche nel prosieguo dell’anno scolastico, in particolare nelle ore di religione.
Gli incontri si terranno a ottobre e precisamente: il 5 a Cluj Napoca, il 12 a Blaj, il 19 e il 20 a Bucarest, il 26 a Oradea.
Un sostegno fattivo all’iniziativa è offerto da monsignor Virgil Bercea, vescovo della Diocesi Greco Cattolica di Oradea e responsabile della Commissione Giovani della Conferenza Episcopale Rumena. “C’è in atto una sfida educativa di primaria importanza – sostiene il vescovo - perché quello che arriva attraverso il sistema mediale entra nella vita reale dei nostri ragazzi e delle nostre ragazze. Per questo, sono convinto che l’iniziativa World Youth Hope possa offrire una risposta cristianamente orientata a concrete problematiche giovanili legate al mondo mediale e che sono emerse anche nei lavori preparatori del Sinodo”.
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