Associazioni e Movimenti

Carismi a servizio dei pastori per la maturità ecclesiale

Il prefetto Farrell alla Giornata di studio su “Carisma e istituzione”: “I movimenti ecclesiali risvegliano la fame di vita divina”.
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“I carismi vanno considerati dal punto di vista dell’evangelizzazione, non dal punto di vista di una divisione del potere interno alla Chiesa. È nell’ottica della nuova evangelizzazione che i carismi possono trovare la loro giusta valorizzazione”. Sono, queste, parole del prefetto Kevin Farrell, nel suo intervento al Palazzo della Cancelleria di Roma in occasione della giornata di studio promossa dal Centro Evangelii Gaudium dell’Istituto universitario Sophia con il patrocinio dell’Associazione canonistica italiana sul tema “Carisma e istituzione in movimenti e comunità ecclesiali”.

Nei carismi, ha proseguito il prefetto, “si trovano spesso – e in abbondanza! – forze vive ed entusiasmo, capacità di annuncio, disponibilità di tempo e di energie, buona formazione biblica e catechetica, capacità di accoglienza fraterna dei non credenti e dei non praticanti, e, non da ultimo, il linguaggio adatto agli uomini del nostro tempo”.

Il cardinal Farrell si è poi soffermato sui “carismi contemporanei”, dei quali si parla nella Iuvenescit Ecclesia, che “vogliono presentare agli uomini di oggi una proposta di vita cristiana tendenzialmente globale, investendo ogni aspetto dell’esistenza cristiana”.

Così, “accogliere i movimenti ecclesiali non significa – ha chiarito – creare percorsi di élite all’interno delle diocesi e delle parrocchie bensì offrire ‘proposte di vita cristiana globale’. I movimenti nati dai nuovi carismi non producono ‘professionisti della religione’ dediti a qualche ministero particolare, ma cristiani, consapevoli della loro fede”.

I carismi sono perciò “a servizio dei pastori”, e proprio “su questa relazione intrinseca fra missione di Cristo e missione dello Spirito si fonda il legame fra doni gerarchici e doni carismatici”.

I carismi, e le aggregazioni ecclesiali che da essi nascono, non sono, ha aggiunto il prefetto, “qualcosa di ‘accidentale’, bensì appartengono all’essenza della Chiesa, e perciò, così come i ministri ordinati, non verranno mai meno nella Chiesa”. Inoltre “molti pastori possono confermare che in paesi fortemente secolarizzati, quando arrivano i nuovi movimenti ecclesiali si risveglia nelle persone una grande ‘fame di vita divina”.

Proseguendo nel suo intervento, il prefetto Farrell si è soffermato sul  frutto dell’esperienza che il Dicastero ha in relazione ai movimenti ecclesiali, invitando i pastori “a mantenere sempre un giusto e sapiente equilibrio in relazione ai carismi ecclesiali cercando di armonizzare il dovere della gerarchia di sostenere e incoraggiare i carismi e il dovere di discernere, orientare, vigilare e correggere, se necessario, queste realtà.”

Ancora rivolgendosi ai pastori, il cardinale ha assegnato loro due compiti: “Rispettare la specificità di ogni carisma evitando la tentazione dell’uniformità assoluta o il voler imporre iniziative, attività e stili di apostolato molto lontani dal carisma originari” e “vigilare sui contenuti e sui metodi di formazione cristiana impartita ai loro membri, sul loro apostolato etc., in modo tale che siano sempre conformi alla dottrina e alla prassi ecclesiale, che venga sempre rispettata la libertà delle persone, che sia evitato ogni tipo di abuso, e che sia evitata ogni forma di esclusivismo, elitismo, o addirittura di aperto conflitto con la gerarchia o con il resto del popolo di Dio, cioè con i fedeli non appartenenti ai movimenti ecclesiali”.

I movimenti ecclesiali, ha continuato il prefetto, “possono essere di grande aiuto nel rivitalizzare le parrocchie” e  “portano alla Chiesa tanti frutti di conversione, di vita cristiana autentica, di vocazioni nella vita laicale, matrimoniali e sacerdotali, solo quando, pur inserendosi nella vita parrocchiale e diocesana, sono aiutati a ‘essere e a rimanere pienamente sé stessi”. D’altro canto, i movimenti stessi “devono comprendere sempre meglio che gli interventi della gerarchia non devono essere considerati come un elemento estraneo che si impone in modo autoritario al carisma, bensì come un elemento intrinseco ad esso”.

I carismi infatti secondo il cardinal Farrell “sono beni dati nella Chiesa” e “tutti i movimenti e comunità ecclesiali sono chiamati a vivere pienamente quella fase di ‘maturità ecclesiale’ che richiede il superamento di vecchie incomprensioni, di anacronistiche contrapposizioni e che li vede oramai lanciati nell’opera di nuova evangelizzazione e di slancio missionario verso il nostro mondo sempre più secolarizzato, in piena sintonia e – ha concluso – in comunione di intenti con i propri pastori”.

Salutando i presenti, la presidente dei Focolari Maria Voce ha espresso come “unico desiderio” quello di “rispondere alla chiamata che Dio ci ha fatto, essendo a servizio della Chiesa con amore e passione, con lo sguardo allargato alle sue attese e ai suoi bisogni in questa particolare stagione di Riforma in assonanza di cuori con il programma pontificale id Papa Francesco di una Chiesa in uscita missionaria”. I doni “che Dio ha dato ai nostri movimenti e comunità ecclesiali sono tali – ha aggiunto – in quanto trovano riconoscimento dalla Chiesa, nella Chiesa, per la Chiesa ed effondono il loro profumo nel servizio ad essa”. 

“Carisma e istituzione in movimenti e comunità ecclesiali"
27 gennaio 2018