Associations et Mouvements

Pape Léon XIV aux modérateurs des associations ecclésiales

Unité et mission en union avec le Pape
Photo : Vatican Media

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Le Saint-Père Léon XIV a reçu ce matin en audience, dans la Salle Clémentine, les participants à la Rencontre annuelle des modérateurs des associations de fidèles, des mouvements ecclésiaux et des nouvelles communautés qui s'est tenue dans la Salle Nouvelle du Sindo du 4 au 6 juin 2025.

Nous publions ci-dessous le texte adressé en italien aux quelque 250 participants par Sa Sainteté Léon XIV :

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Signor Cardinale,

cari fratelli nell’episcopato, cari fratelli e sorelle!

Sono lieto di accogliervi in occasione dell’incontro annuale organizzato dal Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita con voi, moderatori, responsabili internazionali e delegati delle aggregazioni ecclesiali riconosciute o erette dalla Santa Sede.

Voi rappresentate migliaia di persone che vivono la loro esperienza di fede e il loro apostolato all’interno di associazioni, movimenti e comunità. Perciò desidero anzitutto ringraziarvi per il servizio di guida e di animazione che svolgete. Sostenere e incoraggiare i fratelli nel cammino cristiano comporta responsabilità, impegno, spesso anche difficoltà e incomprensioni, ma è un compito indispensabile e di grande valore. La Chiesa vi è grata per tutto il bene che fate.

 

Il dono della vita associativa e dei carismi

Le realtà aggregative a cui appartenete sono molto diverse tra loro, per natura e per storia, e tutte sono importanti per la Chiesa. Alcune sono nate per condividere uno scopo apostolico, caritativo, di culto, o per sostenere la testimonianza cristiana in ambienti sociali specifici. Altre, invece, hanno preso origine da una ispirazione carismatica, un carisma iniziale che ha dato vita a un movimento, a una nuova forma di spiritualità e di evangelizzazione.

Nella volontà di associarsi, che ha dato origine al primo tipo di aggregazioni, troviamo una caratteristica essenziale: nessuno è cristiano da solo! Siamo parte di un popolo, di un corpo che il Signore ha costituito. Sant’Agostino, parlando dei primi discepoli di Gesù, dice: «Erano diventati certamente tempio di Dio, e non lo erano diventati solo come singoli ma tutt’insieme erano diventati tempio di Dio» (En. in Ps. 1315). La vita cristiana non si vive nell’isolamento, come se fosse un’avventura intellettuale o sentimentale, confinata nella nostra mente e nel nostro cuore. Si vive con gli altri, in un gruppo, in una comunità, perché Cristo risorto si rende presente fra i discepoli riuniti nel suo nome.

L’apostolato associato dei fedeli è stato vivamente incoraggiato dal Concilio Vaticano II, in particolare con il Decreto sull’apostolato dei laici, dove, tra l’altro, si afferma che esso «è di grande importanza anche perché sia nelle comunità ecclesiali, sia nei vari ambienti, spesso richiede di essere esercitato con azione comune. Infatti le associazioni erette per un’attività apostolica in comune sono di sostegno ai propri membri e li formano all’apostolato, ordinano e guidano la loro azione apostolica, così che possono sperarsi frutti molto più abbondanti che non se i singoli operassero separatamente» (n. 18).

         Ci sono poi le realtà nate da un carisma: il carisma di un fondatore o di un gruppo di iniziatori, oppure il carisma che si ispira a quello di un istituto religioso. Anche questa è una dimensione essenziale nella Chiesa. Vorrei invitarvi a considerare i carismi in riferimento alla grazia, al dono dello Spirito. Nella Lettera Iuvenescit Ecclesia, che voi conoscete bene, si dice che la gerarchia ecclesiastica e il sacramento dell’Ordine esistono perché rimanga sempre viva fra i fedeli «l’offerta obiettiva della grazia» che viene donata attraverso «i Sacramenti, l’annuncio normativo della Parola e la cura pastorale» (n. 14). I carismi, invece, «sono distribuiti liberamente dallo Spirito Santo affinché la grazia sacramentale porti frutto nella vita cristiana in modo diversificato e a tutti i suoi livelli» (n. 15).

Dunque, tutto nella Chiesa si comprende in riferimento alla grazia: l’istituzione esiste perché sia sempre offerta la grazia, i carismi sono suscitati perché questa grazia sia accolta e porti frutto. Senza i carismi, c’è il rischio che la grazia di Cristo, offerta in abbondanza, non trovi il terreno buono per riceverla! Ecco perché Dio suscita i carismi, perché questi risveglino nei cuori il desiderio dell’incontro con Cristo, la sete della vita divina che Lui ci offre, in una parola, la grazia!

Con questo voglio ribadire, sulla scia dei miei Predecessori e con il Magistero della Chiesa, soprattutto a partire dal Concilio Vaticano II, che i doni gerarchici e i doni carismatici «sono coessenziali alla costituzione divina della Chiesa fondata da Gesù» (S. Giovanni Paolo II, Messaggio al Congresso mondiale dei movimenti ecclesiali, 27 maggio 1998). Grazie ai carismi che hanno dato origine ai vostri movimenti e alle vostre comunità, tante persone si sono avvicinate a Cristo, hanno ritrovato speranza nella vita, hanno scoperto la maternità della Chiesa, e desiderano essere aiutate a crescere nella fede, nella vita comunitaria, nelle opere di carità, e portare agli altri, con l’evangelizzazione, il dono che hanno ricevuto.

Unità e missione, in unione con il Papa

Unità e missione sono due cardini della vita della Chiesa, e due priorità nel ministero petrino. Pertanto, invito tutte le associazioni e i movimenti ecclesiali a collaborare fedelmente e generosamente con il Papa soprattutto in questi due ambiti.

Anzitutto nell’essere lievito di unità. Tutti voi fate continuamente l’esperienza della comunione spirituale che vi lega. È la comunione che lo Spirito Santo crea nella Chiesa. È un’unità che ha il suo fondamento in Cristo: Lui ci attrae a sé e così ci unisce anche fra noi. Così ne parlava San Paolino di Nola scrivendo a Sant’Agostino: «Abbiamo un unico capo, unica è la grazia che ci inonda, viviamo di un unico pane, camminiamo su un’unica strada, abitiamo nella medesima casa. […] Noi siamo una cosa sola, tanto nello spirito che nel corpo del Signore, per evitare di essere nulla se ci separiamo da quell’Uno» (Lettera 30, 2).

Questa unità, che voi vivete nei gruppi e nelle comunità, estendetela ovunque: nella comunione con i Pastori della Chiesa, nella vicinanza con le altre realtà ecclesiali, facendovi prossimi alle persone che incontrate, in modo che i vostri carismi rimangano sempre a servizio dell’unità della Chiesa e siano essi stessi “lievito di unità, di comunione, di fraternità” (cfr Omelia, 18 maggio 2025) nel mondo così lacerato dalla discordia e dalla violenza.

         In secondo luogo, la missione. La missione ha segnato la mia esperienza pastorale e ha plasmato la mia vita spirituale. Anche voi avete sperimentato questo cammino. Dall’incontro con il Signore, dalla nuova vita che ha invaso il vostro cuore, è nato il desiderio di farlo conoscere ad altri. E avete coinvolto tante persone, dedicato molto tempo, entusiasmo, energie per far conoscere il Vangelo nei posti più lontani, negli ambienti più difficili, sopportando difficoltà e fallimenti. Tenete sempre vivo tra voi questo slancio missionario: i movimenti anche oggi hanno un ruolo fondamentale per l’evangelizzazione. Tra voi ci sono persone generose, ben formate, con esperienza “sul campo”. Si tratta di un patrimonio da far fruttificare, rimanendo in ascolto della realtà odierna con le sue nuove sfide. Mettete i vostri talenti a servizio della missione, sia nei luoghi di prima evangelizzazione sia nelle parrocchie e nelle strutture ecclesiali locali, per raggiungere tanti che sono lontani e, a volte senza saperlo, attendono la Parola di vita.

Conclusione

Carissimi, sono felice di incontrarvi oggi per la prima volta. Se Dio vorrà avremo altre occasioni per conoscerci meglio, ma intanto vi incoraggio a proseguire il cammino. Tenete sempre al centro il Signore Gesù! Questo è l’essenziale, e i carismi stessi servono a questo. Il carisma è funzionale all’incontro con Cristo, alla crescita e alla maturazione umana e spirituale delle persone, all’edificazione della Chiesa. In questo senso, tutti siamo chiamati a imitare Cristo, che spogliò sé stesso per arricchire noi (cfr Fil 2,7). Così, chiunque persegue con altri una finalità apostolica o chiunque è portatore di un carisma è chiamato ad arricchire gli altri, spogliandosi di sé. E questo è fonte di libertà e di grande gioia.

Grazie per ciò che siete e per ciò che fate! Vi affido alla protezione di Maria Madre della Chiesa e di cuore benedico voi e tutti coloro che rappresentate.

 

06 juin 2025