Giuditta e il coraggio delle nonne

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La vicenda di Giuditta, che papa Francesco ha presentato nell’udienza generale di mercoledì 25 gennaio, è quella di una donna umile e coraggiosa. Coraggiosa, più degli uomini, proprio perché umile e confidente nella volontà di Dio. “Giuditta, – ha detto il Papa – di fatto, ha un suo piano, lo attua con successo e porta il popolo alla vittoria, ma sempre nell’atteggiamento di fede di chi tutto accetta dalla mano di Dio, sicura della sua bontà”.
Significativamente la catechesi si è conclusa con un invito del Santo Padre a ricordare “quante volte abbiamo sentito parole sagge, coraggiose, da persone umili, da donne umili che uno pensa che – senza disprezzarle – fossero ignoranti” e con alcune parole sulle nonne, rilanciate anche sul profilo Instagram @Franciscus: “Quante volte le nonne sanno dire la parola giusta, la parola di speranza, perché hanno l’esperienza della vita, hanno sofferto tanto, si sono affidate a Dio e il Signore fa questo dono di darci il consiglio di speranza”.
Papa Francesco ha spesso parlato del ruolo della donna nella Chiesa – che, come ama ripetere, è donna -, dell’importanza di una loro valorizzazione che non sia solo “funzionale”, ma prenda in considerazione il loro “essere e il loro pensiero”. Una delle prime volte che lo ha fatto, in un discorso ai vescovi brasiliani, ha detto: “Se la Chiesa perde le donne, nella sua dimensione totale e reale, la Chiesa rischia la sterilità”. C’è infatti in papa Bergoglio la ricerca della dimensione “totale e reale” della vita delle donne e la catechesi di ieri aggiunge una pennellata al ritratto che ne sta facendo nel suo Magistero.

Siamo abituati a raffigurarci Giuditta avendo in mente il dipinto di Caravaggio, in cui ella appare fiera e violenta, quello di Artemisia Gentileschi, in mostra in questi giorni a Roma, a palazzo Braschi, che colpisce per la sua drammaticità, o nelle forme sensuali con cui la raffigura Klimt. Papa Francesco aggiunge alle appresentazioni di Giuditta un’immagine nuova: quella di una nonna con il volto scavato dalle rughe di chi ha vissuto e sofferto tanto e che insegna ad affidarsi alla volontà di Dio, qualunque essa sia. È lei l’emblema del coraggio.

26 gennaio 2017