La Croce dei giovani

 

Da 40 anni la Croce dei giovani viaggia attraverso il mondo raggiungendo migliaia di persone 

 

È conosciuta come la "Croce dell'Anno Santo", la "Croce del Giubileo", la "Croce delle GMG", la "Croce pellegrina"; molti la chiamano la "Croce dei giovani", perché è stata data ai giovani affinché la portassero in tutto il mondo, in ogni luogo e in ogni tempo. Questa è la sua storia.

Era il 1984, Anno Santo della Redenzione. Papa Giovanni Paolo II decise di mettere una croce – simbolo della fede – vicino all'altare maggiore nella Basilica di San Pietro, dove tutti potessero vederla. Fu dunque installata una grande croce di legno, alta 3,8 m., secondo i suoi desideri.

Alla fine dell'Anno Santo, dopo aver chiuso la Porta Santa, il Papa affidò quella stessa croce alla gioventù del mondo, rappresentata dai giovani del Centro Internazionale Giovanile San Lorenzo di Roma. Queste furono le sue parole in quell'occasione:

"Carissimi giovani, al termine dell'Anno Santo affido a voi il segno stesso di quest'Anno Giubilare: la Croce di Cristo! Portatela nel mondo, come segno dell'amore del Signore Gesù per l'umanità ed annunciate a tutti che solo in Cristo morto e risorto c'è salvezza e redenzione".

I giovani accolsero la richiesta del Santo Padre. Portarono la croce al Centro San Lorenzo, che sarebbe diventata la sua dimora abituale nei periodi in cui non si fosse trovata in pellegrinaggio per il mondo.

La Croce dell'Anno Santo (così veniva chiamata allora) fece il suo primo pellegrinaggio nel luglio 1984, recandosi a Monaco, in Germania, per il Katholikentag (Giornata dei Cattolici). Essendo solo una semplice croce di legno, all'inizio la gente non capiva che cosa avesse di speciale. Poco a poco però si rese conto che la Croce era lì in missione per desiderio del Santo Padre. 

Alla celebrazione eucaristica finale nello stadio della città, con 120.000 persone presenti, la Croce era vicino all'altare in modo che tutti potessero vederla.

Da allora, la Croce percorre chilometri di strade - nelle città, nelle campagne, fra i sofferenti, i carcerati, i poveri, i giovani senza speranza – per recare a tutti vicinanza e consolazione, come segno di pace e di speranza.

 

 

 

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