#Krakow2Panama
I giovani saranno convinti quando faremo coincidere il messaggio del Vangelo con la testimonianza che sapremo dare loro

Anche nel chiuso di un centro convegni l’incontro di persone – e di giovani in particolare – provenienti da oltre cento diversi Paesi del mondo è qualche cosa di sorprendente: dalla Conferenza Episcopale dell’Africa del Nord a quella dello Zimbabwe, sono esattamente 104 i Paesi rappresentati e 44 i movimenti, gruppi e associazioni internazionali di giovani cattolici presenti a questo evento promosso dal Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita che a Roma, in questi giorni, affronta il passaggio dalla Giornata mondiale della gioventù di Cracovia a quella di Panama 2019, passando per il Sinodo dedicato ai giovani.
“Benvenuti a tutti a nome di papa Francesco a questo incontro che è di grande importanza per la vita della Chiesa… è l’incontro di questo tipo più numeroso di sempre”, esordisce il Prefetto del Dicastero, card. Kevin Farrell, nel suo saluto agli oltre 300 delegati presenti, operatori della pastorale giovanile ma anche, soprattutto, giovani: tantissima saggezza collettiva, esperienza di lavoro con i giovani accumulata in trent’anni di Giornate mondiali della gioventù e che ora è al servizio anche del prossimo Sinodo dei Vescovi, dedicato proprio ai giovani.
In questa prima giornata si è svolta la verifica della GMG di Cracovia 2016: un lavoro utile soprattutto ai panamensi e a chi avrà il coraggio di organizzare le future GMG, ma anche l’occasione di cogliere i frutti pastorali dell’evento in Polonia e nel mondo. Lo stesso arcivescovo di Cracovia, card. Stanisław Dziwisz, ha aperto la sessione di lavori concentrando l’attenzione dei presenti su quattro punti: 1) GMG: esperienza di cattolicità della Chiesa; 2) GMG: esperienza di Comunità e speranza di un mondo nuovo; 3) GMG: esperienza di una Chiesa in “uscita”; 4) GMG: esperienza d’impegno per una nuova evangelizzazione.
Sia padre Grzegorz Suchodolski, segretario generale del Comitato GMG 2016, che don Emil Parfiniuk, responsabile della pastorale giovanile in Polonia, hanno sottolineato nei loro interventi l’importanza del lungo cammino di preparazione e del coinvolgimento in prima persona dei giovani, indicando nella collaborazione di tutte le 44 diocesi, nella riscoperta da parte dei giovani polacchi della ricchezza spirituale del loro Paese e nell’incontro con persone provenienti da tutto il mondo, unite però nella fede in Cristo, le chiavi del successo della Giornata mondiale di Cracovia.
L’accoglienza ricevuta, soprattutto nelle giornate trascorse dai pellegrini nelle diocesi polacche è stata citata in gran parte degli interventi dei delegati come uno degli elementi più piacevolmente sorprendenti di questa GMG. Molto interesse ha suscitato la testimonianza del delegato iracheno, una delle più antiche comunità cristiane al mondo, oggi pesantemente perseguitata, che ha comunque voluto essere a Cracovia perché “essere tra i giovani di tutto il mondo è il modo migliore per non sentirsi abbandonati ad un destino incomprensibile”. Moltissimi gli interventi dei delegati – dalla Corea del Sud alla piccola realtà albanese, dall’Uganda alla Repubblica Dominicana – che hanno raccontato la loro esperienza, il cammino di preparazione ed i frutti che la partecipazione alla GMG ha portato nel proprio Paese.
Mons. Damian Muskus, vescovo ausiliare di Cracovia, ha introdotto i lavori del pomeriggio, dedicati agli aspetti tecnici e logistici, senza dimenticare che, come ha detto papa Francesco ai volontari nell’incontro dell’ultimo giorno, “Questa Giornata è stata messa insieme con tanto lavoro, ma anche con tanta preghiera”.
La giornata si è chiusa con la Santa Messa presieduta dal cardinal Farrell che, nell’omelia, ha voluto sottolineare come il dirsi cristiani non sia sufficiente: non basta l’etichetta, ci vogliono i fatti, ci vuole la testimonianza. I giovani saranno convinti quando faremo coincidere il messaggio del Vangelo con la testimonianza che sapremo dare loro.
05 aprile 2017

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