Morire per il Vangelo in Sud Sudan
È una storia di martirio quasi anonima. Nel darne la notizia, Jesus Aranda, parroco della chiesa del Sacro Cuore di Lomin nell’area urbana di Kajo Jeki, ha detto che il suo unico nome era Lino, come il primo successore di Pietro a Roma, morto durante le persecuzioni di Diocleziano. Il parroco ha aggiunto che si trattava di un catechista molto attivo e che è morto in uno scontro a fuoco tra le forze governative e quelle dell’SPLM-IO che da anni si fronteggiano per la supremazia nel più giovane stato del mondo.
La Chiesa del Sud Sudan chiede che il sacrificio involontario di Lino possa essere un monito alle parti in lotta perché inizino un processo reale di riconciliazione e perché evitino di distruggere la nazione.
Si tratta del secondo operatore pastorale ucciso dall’inizio del 2017; la sua vicenda ci mostra che oggi il cristianesimo, ancor più che nei primi secoli, è divenuta una religione di martiri, come ha ricordato papa Francesco in molte occasioni, l’ultima quella dell’Angelus del 26 dicembre 2016: “Quando noi leggiamo la storia dei primi secoli, qui, a Roma, leggiamo tanta crudeltà con i cristiani; io vi dico: la stessa crudeltà c’è oggi, e in numero maggiore”.
25 gennaio 2017
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