Incontro mondiale delle famiglie

Carolyn Y. Woo, “Fede, famiglia e sviluppo: La testimonianza delle donne in posizioni di leadership”

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Che volto ha la leadership di una donna? Lo tratteggia Carolyn Y. Woo, presidente del Catholic Relief Services intervenendo nella seconda giornata del congresso pastorale organizzato a Dublino in occasione dell’Incontro mondiale delle famiglie (21-26 agosto). Il suo contributo, che è fortemente radicato nella cultura cinese in cui è nata e cresciuta, si fonda su tre storie di donne. “La prima storia riguarda le donne della mia famiglia – racconta -. Quasi sempre, quando si parla di leadership si pensa esclusivamente in termini di avanzamenti professionali. Mia mamma mi ha insegnato che la leadership è l’impegno che si mette nella propria famiglia e nel proprio matrimonio. Credo che la famiglia sia il primo e più importante campo in cui coltivare la leadership”. Woo ripercorre la storia delle donne della sua famiglia partendo dalla nonna, nata 130 anni fa in Cina “quando la tortura della pratica di legare i piedi era ritenuta assolutamente necessaria per qualsiasi ragazza che volesse sposarsi bene”. Quando nasce la madre di Woo, la nonna si assicura che la figlia venga educata ed istruita da un tutore, che le insegnasse a leggere. Prima degli anni Quaranta i genitori di Woo si sposano. “Un matrimonio un po’ organizzato dai miei nonni – racconta la presidente del Catholic Relief Services -. I miei genitori si conoscevano poco, si erano frequentati in poche occasioni senza un accompagnatore ed entrambi erano sotto pressione perché dovevano sposarsi. Per mamma e papà la fuga nell’entroterra cinese sembrò la migliore alternativa. Anche se avevano ben poco in comune, a parte i loro sei figli”. Woo spiega che, nella cultura cinese di allora, l’importante era avere due figli maschi: “un erede e uno di riserva”. “Dopo quattro figlie e un solo figlio – ricorda – il piano di mio padre era quello di prendere una seconda moglie (concessa dalla legge), se il quinto figlio fosse stata un’altra femmina. E arrivai io. Per fortuna, 18 mesi dopo arrivò un fratellino maschio e così mio padre non prese una seconda moglie”. Quello dei genitori della presidente del Catholic Relief Services non è stato un matrimonio “felice” per quelli che sono gli standard occidentali. “Mio padre ha sempre preso tutte le decisioni più importanti e con mia madre alzava sempre la voce – ricorda -. Mia madre, con la sua poca istruzione e in un mondo come quello di Hong Kong molto diverso da quello della Cina prebellica, fece del suo meglio per far fronte alla situazione. Ha affinato le sue straordinarie capacità di cucito per creare abiti occidentali per le sue figlie. Si è messa in fila per assicurarsi che fossimo iscritti nelle migliori scuole cattoliche, anche se sapeva poco di religione. Con mia zia ha avviato un sistema di risparmio, in modo che potessero accedere a fondi di emergenza e piccoli fondi di investimento. Mia madre non era forte esteriormente: era spesso timida di fronte alle novità e alla burocrazia. Eppure la sua presenza, i rituali stagionali, le storie dei nostri antenati, la prelibatezza dei nostri cibi preferiti ci hanno dato fatto sentire di essere una famiglia e, in quanto tale, potevamo superare qualsiasi difficoltà, compreso l’infarto di mio padre e gli alti e bassi delle finanze. Nei momenti difficili, mamma si rivolgeva all’immagine della Madonna, riversava le sue preoccupazioni senza parlare e trovava conforto”. Da sua madre Woo ha imparato l’importanza dell’educazione e, ancor più, l’importanza di sentirsi una famiglia e la forza che l’essere famiglia può dare. “Mi ha insegnato l’umiltà – ricorda -. Prima che partissi per andare all’estero a frequentare il college, mi disse di non essere mai troppo orgogliosa per prendere una scopa e spazzare il pavimento se fosse stato necessario”. Da sua madre, Woo ha ricevuto la prima lezione di leadership: curare la casa e la famiglia, in cui troviamo forza, senso di appartenenza, devozione e speranza. La seconda storia di leadership riguarda la mia tata – prosegue Woo -, che è venuta a lavorare per la nostra famiglia e ha aiutato mia madre a prendersi cura dei bambini otto anni prima che io nascessi. Vi è rimasta settant’anni, finché è morta a febbraio scorso. Aveva 100 anni. Come accade a molti bambini lavoratori, la tata fu venduta all'età di otto anni per servire come ragazza di servizio. Ha imparato a leggere e scrivere ascoltando le lezioni per i figli del suo datore di lavoro. Sebbene fosse una donna straordinariamente bella, la mia tata rifiutò le proposte di matrimonio che riceveva, così da poter continuare a inviare il suo stipendio alla madre, rimasta vedova ad accudire altri tre figli”. In casa nasce un accordo tra la piccola Woo, la madre e la tata. “Mi avrebbe preparato con un’uniforme perfettamente stirata, treccine perfette e una piccola scatola con un asciugamento – racconta -. Da parte mia dovevo riportare un adesivo di un coniglietto con cui a scuola si premiavano i lavori fatti bene. Un anno di coniglietti mi ha portato a ricevere il mio premio accademico”. Woo ricorda come la sua tata “aveva un acuto senso del bene e del male e pronunciava le sue verità con dolcezza, ma con fermezza”. “Nel suo lavoro era una perfezionista – prosegue – era il suo modo per onorare le sue responsabilità. Prima di diventare cattolica negli anni Novanta, si inginocchiava in cucina, di fronte alla finestra, mentre iniziava la sua mattinata, ringraziando il cielo e la terra. Anche gli amici dei miei genitori avevano un posto importante nel suo cuore. Dalla sua povertà materiale ha acquistato una grande ricchezza di spirito. Come molte donne, era un leader senza titolo, potere formale, ricchezza e riconoscimento. Ma tutti quelli che hanno incontrato la mia tata sono migliorati, hanno imparato cose nuove e sono stati toccati dalla sua generosità e integrità”. La terza storia di leadership proposta da Woo riguarda le suore Maryknoll, dove la presidente del Catholic Relief Services ha studiato. Fondata più di un secolo fa, quella delle suore Maryknoll è stata la prima congregazione missionaria americana di religiose. “Da loro ho imparato non solo l'inglese e la letteratura, ma anche le idee e la capacità di immaginare un futuro diverso da quello delle nostre mamme – racconta Woo – abbiamo imparato a sostenere anche pubblicamente le nostre idee con fiducia e convinzione e siamo state incoraggiate a riconoscere e coltivare i nostri talenti”. Woo ricorda come le suore preparavano le ragazze non solo “per il successo professionale, ma soprattutto le aiutavano a scegliere la loro vocazione e a perseguire interessi che dessero loro uno scopo nella vita”. “Penso che più che sul successo professionale – commenta Woo - il successo delle donne dovrebbe essere misurato da quanto siamo capaci di perseguire i nostri doni, usarli, partecipare al processo decisionale e essere apprezzati per questi contributi”. Le suore di Maryknoll hanno insegnato a Woo la fede e la gioia che da essa nasce. “Da loro ho imparato a conoscere il potere della fede – sottolinea -. Le suore non hanno mai avuto tutto ciò di cui avevano bisogno per iniziare i loro progetti, ma questo non le ha mai fermate. Quando avevano bisogno di nuovi fondi per aprire una nuova scuola e le sovvenzioni non arrivavano loro non si scoraggiavano: lasciano i trasporti pubblici e si spostavano a piedi”. “Da loro – conclude - ho imparato la gioia di servire le persone e Dio. In qualsiasi momento della vita, che hanno vissuto come all’interno di una famiglia, non hanno mai perso la speranza e sono sempre state allegre e felici, e questo perché avevano un profondo senso della presenza di Dio. La guida per l’opera di Dio non può essere senza Dio. E con Dio c’è l’amore, il potere di muovere i cuori e la gioia che ci fa andare avanti”.

 

23 agosto 2018
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