Ad limina
Una famiglia in chiaroscuro
Vescovi dell’Uganda in visita ad limina

Il 22 giugno scorso, i Vescovi dell’Uganda hanno fatto tappa nel nostro Dicastero in occasione della loro visita ad limina a Roma. Al centro dello scambio tra i presuli africani e i superiori del Dicastero, sono stati i temi dei giovani, della famiglia e delle associazioni laicali.
L’Uganda è un Paese molto giovane, con quasi il 78% della popolazione sotto i 30 anni, e 52% sotto i 18 anni. Se da un lato questo dato rappresenta un indiscusso motivo di speranza per il presente e il futuro della nazione, dall’altro lato preoccupa a causa delle numerose sfide alle quali sono confrontati i giovani. Infatti, tanti anni di sanguinoso conflitto nel Nord del Paese hanno segnato la vita di molti bambini soldati e alimentato un clima generale di insicurezza e di violenza in cui affondano le radici i tanti disagi sociali dei giovani ugandesi di oggi: disoccupazione, delinquenza, droga, alcol, povertà, analfabetismo… A pagare il prezzo più alto, sono soprattutto i giovani delle zone rurali che scontano un tasso di analfabetismo elevatissimo. Spesso, questo li taglia fuori da tante proposte lavorative e pastorali. La scommessa della pastorale dei giovani in questo senso è di far sì che i giovani più fortunati diventino gli apostoli dei loro coetanei più a rischio.
Parlando della famiglia in Uganda, i presuli ne hanno evidenziato le luci e le ombre. In generale, le famiglie ugandesi accolgono ancora volentieri la vita e il dono dei figli, ma la poligamia, la violenza domestica, la povertà, l’impatto negativo delle ideologie occidentali rappresentano oggi altrettanti fattori destabilizzanti per l’istituto del matrimonio in Uganda. Non a caso, crescono le separazioni e i divorzi, e sono sempre più alti i numeri dei bambini nati fuori dal matrimonio. La risposta della Chiesa a questa sfida epocale è tutta centrata sulla formazione delle coppie affinché siano loro stesse ad evangelizzare le altre coppie. Per ciò, la Chiesa ugandese ha adottato Amoris Laetitia, “un’ottima catechesi per le famiglie” e un formidabile strumento di formazione da inculturare per renderlo confacente alla realtà della loro Chiesa locale.
Infine, è emerso il tema dei movimenti e associazioni laicali. All’unanimità, i presuli hanno espresso apprezzamento per il loro dinamismo e soprattutto per l’approfondimento della fede e la testimonianza cristiana nella società ai quali molti laici ugandesi sono oggi pervenuti proprio grazie al loro accompagnamento e grazie alla formazione che offrono. Tuttavia, hanno rilevato che con alcune di essi, permangono delle difficoltà di integrazione nel tessuto ecclesiale e la sensazione costante che costituiscano una Chiesa parallela.
27 giugno 2018

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