Samaritanus bonus

La persona al centro, nella sua integralità

L’intervento del sottosegretario Gambino alla presentazione della Lettera sulla cura delle persone nelle fasi critiche e terminali della vita
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In primis, “la vulnerabilità di ogni essere umano, corpo e spirito, misteriosamente segnato da quel desiderio di Amore infinito che lo destina all’eternità”; in secondo luogo, “il principio per cui l’avere cura dell’altro in stato di bisogno non è solo una questione etica di solidarietà sociale o di beneficialità”, ma è molto di più: “è il riconoscimento del valore inestimabile della propria vita, come limite invalicabile di fronte a qualunque rivendicazione di autonomia”; infine, ma non da ultimo, “il fondamento di qualsiasi ordine giuridico: il valore di ogni persona in qualunque fase e condizione critica dell’esistenza”.

Sono questi i tre capisaldi che il Sottosegretario del nostro Dicastero, Gabriella Gambino, ha approfondito stamani in sala stampa, commentando la Lettera sulla cura delle persone nelle fasi critiche e terminali della vita “Samaritanus Bonus”, curata dalla Congregazione per la Dottrina della Fede e presentata oggi in conferenza stampa.

“La cura – ha spiegato il Sottosegretario – non può ridursi al prendersi cura del malato in una prospettiva medica o psicologica, ma deve estendersi a quell’atteggiamento virtuoso di devozione e preoccupazione per l'altro, che si sostanzia nell'avere cura di tutta la persona in stato di bisogno”. È l'avere cura che, ha proseguito, “sottende l'incontro dell'Io col Tu, richiamando l'uomo da quella condizione di insignificanza ed ansietà in cui lo getta la malattia, aiutandolo a ritrovare unità di corpo e spirito. Un aspetto, questo, –  ha chiarito – carico di implicazioni pastorali e bioetiche, che dovrebbe indurci a modificare il modo con cui in tanti contesti di cura si prendono in carico i malati critici e terminali”.

Dinanzi alla “complessità della gestione medica della malattia e della morte”, ad una cultura “secolarizzata e a legislazioni che ci confondono sul valore della sofferenza e della nostra vita”, con la Lettera Samaritanus Bonus “la Chiesa – ha concluso Gambino – desidera rimettere al centro l’uomo nella sua integralità, uni-totalità di corpo e spirito, e ricordarci che siamo figli di un Padre che ci ha amati sino alla fine, l’unico che può rendere dolce il peso della nostra sofferenza”.

22 settembre 2020