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Avanzare nella partecipazione corresponsabile dei laici

La sintesi della prima giornata dei lavori, con interventi e testimonianze provenienti da tutto il mondo
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Ha preso il via stamani nell’Aula Nuova del Sinodo il convegno per i Presidenti e referenti delle Commissioni episcopali per i laici, che ha come obiettivo quello di creare uno spazio per il dialogo e lo scambio di esperienze sulla collaborazione tra laici e clero nella cura pastorale. L'evento promosso dal Dicastero, al quale partecipano più di 200 delegati da varie parti del mondo, durerà fino a sabato e si concluderà con un'udienza dal Santo Padre.

La prima giornata, dedicata alla riflessione sulla corresponsabilità nel servizio pastorale, è iniziata con la celebrazione eucaristica presieduta dal cardinale Marc Ouellet, Prefetto del Dicastero per i Vescovi. Nella sua omelia il cardinale ha invitato a meditare su “una nuova alleanza” che sta “prendendo forma nel cammino della sinodalità, un'alleanza riparatrice e mobilitante. Sta emergendo un progresso significativo dalla ricerca di una migliore partecipazione e collaborazione tra Pastori e fedeli laici”.

La metodologia dell'incontro è stata impostata in modo da supportare al meglio il dialogo reciproco. A tale scopo i lavori sono stati introdotti dal prefetto Farrell, che ha ricordato gli obiettivi del convegno e l’importanza della corresponsabilità che nasca dalla vocazione battesimale di ogni cristiano. Ogni sessione ha avuto inizio con una relazione di approfondimento sul tema della corresponsabilità nella Chiesa e con alcune testimonianze nei vari ambiti pastorali (ad esempio: la pastorale giovanile, la pastorale dei migranti, l’amministrazione delle Chiese particolari).

Nella prima relazione don Luis Navarro, rettore della Pontificia Università di Santa Croce, ha offerto ai partecipanti una riflessione sul fondamento e la natura della corresponsabilità dei fedeli laici così come sulla loro vocazione e missione nella società. “I laici sono membri della società civile: ma non un suo membro passivo, bensì un costruttore di essa, nella famiglia, nel lavoro, nella cultura, nello sconfinato mondo dei rapporti umani, insomma, quell’essere alter Christus, un altro Cristo perché membra vive della Chiesa: chiamati ad essere l’anima del mondo, come si esprimeva la lettera a Diogneto” – diceva.

Le quattro testimonianze che hanno aperto la discussione in plenaria sono state offerte da:  Jorge e Marta Ibarra dal Guatemala, coordinatori della Commissione nazionale per la famiglia e la vita della Conferenza episcopale; Paul Metzlaff, officiale del Dicastero con esperienza presso la Conferenza episcopale tedesca nell’ambito dei giovani e delle Gmg e come direttore della Commissione per il clero, la vita consacrata e la pastorale laicale; Sergio Durando, direttore di Migrantes a Torino (Italia); e Ana Maria Celis Brunet dal Cile, consultore del Dicastero che ha raccontato la sua esperienza al Consiglio nazionale di prevenzione degli abusi e di accompagnamento delle vittime.

La seconda parte della giornata è iniziata con una relazione di Carmen Peña Garcia, docente di Diritto canonico all’Università Pontificia Comillas di Madrid. Riflettendo sugli ambiti e sulle modalità in cui si esercita la corresponsabilità dei fedeli laici ha ricordato che “dall'affermazione della ministerialità laicale derivati ​​dal Battesimo e dal principio di sinodalità, occorrerebbe continuare ad avanzare nella partecipazione corresponsabile dei laici alla vita e alla missione della Chiesa, in chiave di capillarità: dall'intervento attivo dei laici nella vita delle parrocchie alla loro partecipazione normalizzata alle strutture di servizio ecclesiastico, attraverso lo svolgimento, secondo la loro formazione e competenza, di uffici ecclesiastici nelle curie diocesane o nella stessa Curia romana, apportando all'attività ecclesiale lo specifico aspetto e lo stile laicale, cooperando alla progressiva ‘conversione - pastorale e missionaria - delle strutture ecclesiastiche e aiutando a evitare ‘la tentazione dell'eccessivo clericalismo’ (EG 102).

Il momento del dialogo in plenaria è proseguito con la toccante testimonianza di S. Ecc. Mons. Paolo Bizzeti, vicario apostolico di Anatolia, il quale ha raccontato la terribile esperienza che il popolo turco e siriano stanno vivendo a causa del terremoto. L’esperienza dolorosa, però – ha sottolineato mons. Bizzetti – è anche una opportunità, forse incomprensibile nell’immediato, per capire “cosa nella vita non è fragile, cosa non crolla; e cosa, viceversa, è caduco, cosa passa”. Mons. Dario Gervasi, vescovo ausiliare di Roma, ha parlato della corresponsabilità riguardo alla pastorale familiare. Aleksandra Bonarek, membro del Dicastero, della sua esperienza come laica giudice del tribunale ecclesiastico in Polonia. L’ampia partecipazione dei laici alla vita della Chiesa locale in Papua Nuova Guinea è stata evidenziata da Helen Patricia Oa: “Attraverso la nostra collaborazione e apertura, a cominciare dal clero e dai religiosi, assicuriamo una più piena partecipazione dei fedeli cattolici per consentire loro di riconoscersi come membri attivi di una Chiesa viva in Cristo”. Infine, Leticia Calmeyn, francese, ha discusso l'importanza della collaborazione uomo-donna per la missione, ricollocando la nozione di corresponsabilità non solo in un rapporto di sacerdozio battesimale e ministeriale, ma a partire dalla triplice vocazione battesimale: sacerdotale, profetica e regale. Un intenso momento di dialogo è seguito a queste ultieme testimonianze della giornata.

A conclusione, con la recita dei Vespri, tutti i partecipanti si sono dati appuntamento a domani per dialogare insieme sulla formazione dei laici e sul ruolo dei Pastori per vivere più efficacemente la corresponsabilità.

16 febbraio 2023