Bambini

Il ruolo della famiglia nell’iniziazione cristiana

Una riflessione di Gabriella Gambino sull’urgenza di evangelizzazione di bambini e ragazzi
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“Non possiamo più permetterci di dare per scontato che la fede si trasmetta dai genitori ai figli”. Così, la Prof.ssa Gabriella Gambino, Sotto-segretario del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita, ha provocato alla riflessione gli uditori della lectio tenuta la scorsa settimana per la diocesi di Oppido-Palmi, sul tema “Il ruolo della famiglia nell’iniziazione cristiana”.

Occorre impegnarci per rigenerare la fede nelle famiglie

“Non basta insegnare ai figli a fare il segno della croce, a dire la preghiera della sera, ad andare a messa la domenica, ma bisogna anche parlare loro di Dio, svelare e narrare loro l’esistenza di un Padre che ci ama, che ci ha pensati, desiderati per destinarci al Suo amore immenso nella Vita Eterna. Un Padre che è presente tra le righe della nostra vita quotidiana e che dobbiamo imparare a scoprire con i nostri figli” ha detto Gambino, sottolineando anche che “se resta vero che la famiglia ha un ruolo primario e non sostituibile nell’iniziare i figli alla vita cristiana, nell’odierno contesto secolarizzato e scristianizzato occorre impegnarci per rigenerare la fede nelle famiglie e riavvicinarle alla Chiesa. Sposi, padri e madri e figli, ma anche nonni, abbiamo tutti bisogno di riscoprire una fede vissuta, esperienziale, capace di nutrire le nostre concrete esperienze di vita e di radicarle in Cristo”.

La sfida di una pastorale familiare trasversale

Pensando ad una nuova pastorale familiare come “una riflessione e un’azione pastorale capace di mettere insieme la pastorale dei bambini, degli adolescenti, dei giovani, della preparazione al matrimonio, dell’accompagnamento degli sposi e delle situazioni di crisi, per “coltivare” la vocazione nelle nuove generazioni e preservarla”, il Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita invita le diocesi ad una pastorale trasversale della famiglia, che “dia continuità al percorso catecumenale di fede dei bambini, con la preparazione remota alla vocazione, fino a farla culminare nella pastorale giovanile con l’annuncio della vocazione non solo alla vita religiosa, ma anche al matrimonio”, uscendo dall’idea che la famiglia sia solo un settore (che richiede di occuparsi solo della famiglia cristallizzata in quel preciso momento familiare): essa piuttosto deve essere la dimensione unificante dell’essere e dell’agire pastorale delle comunità. Come tale, avrà bisogno di tavoli di lavoro comuni, nelle diocesi e nelle parrocchie, affinché siano condivisi metodologie, obiettivi e cammini che avranno come sfondo l’accompagnamento vocazionale dei fedeli in tutte le fasi della vita familiare.

Aiutare i più piccoli ad amare ciò che possono diventare

Per evangelizzare, bisogna, ha concluso Gambino “prenderci cura delle persone affinché trovino la vera Vita e l’abbiano in abbondanza, perché la pedagogia di Dio non è quella della soluzione dei problemi che l’uomo affronta nella vita, ma è quella dell’incontro con Cristo: della sovrabbondanza della Vita, che dà senso alle nostre difficoltà e ci salva”. In definitiva, seguendo quanto detto da Papa Leone XIV recentemente nel corso del Capitolo Generale degli Agostiniani, abbiamo l’urgenza di evangelizzare mettendo Cristo al centro della vita delle nuove generazioni: «la nostra prima preoccupazione» ha detto Papa Leone «dovrebbe essere quella di aiutare, specialmente i giovani, a intravedere la bellezza della chiamata e ad amare ciò che, abbracciando la vocazione, potranno diventare».

21 settembre 2025