Anziani
Riuniti per elaborare insieme percorsi per una urgente pastorale degli anziani
il saluto del Card. Kevin Farrell ai partecipanti al II Congresso Internazionale di Pastorale degli Anziani

Dal 2 al 4 ottobre 2025, presso la Curia Generalizia della Compagnia di Gesù a Roma, si svolge il II Congresso Internazionale di Pastorale degli Anziani, organizzato dal Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita. L’evento conta sulla la partecipazione di 150 delegati provenienti da 65 Paesi, in rappresentanza di 55 Conferenze Episcopali, oltre a membri di associazioni e congregazioni religiose impegnate nella pastorale degli anziani.
Sua Eminenza il Card. Kevin Farrell, Prefetto del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita, ha rivolto parole di saluto e di indirizzo ai partecipanti.
A seguire, il testo italiano della sua introduzione pronunciata in inglese.
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Eccellenze, cari responsabili della pastorale degli anziani,
vi do il mio cordiale benvenuto a questo Secondo Congresso Internazionale di Pastorale degli Anziani. Cinque anni fa si è svolto il nostro primo incontro sul tema: “La ricchezza degli anni”. L’intuizione di allora si è confermata giusta: una pastorale dedicata agli anziani risponde a un bisogno reale e crescente nelle nostre comunità.
A voi, che siete in prima linea in questo servizio, rivolgo un ringraziamento sincero: il lavoro che portate avanti è essenziale e per il nostro Dicastero incontrarvi e ascoltarvi è della massima utilità. Siete voi, infatti, a toccare con mano la vita quotidiana degli anziani, con le loro gioie, speranze e fatiche. È dalla vostra esperienza che può nascere una pastorale non “calata dall’alto”, ma radicata nell’ascolto e capace di valorizzare il contributo unico degli anziani alla Chiesa e alla società.
Durante il pontificato di papa Francesco si è intensificata l’attenzione pastorale rivolta al mondo degli anziani e lo si è fatto in modo più sistematico. Con gesti concreti e un magistero costante, egli ha posto la terza età al centro della riflessione ecclesiale: pensiamo alle udienze dedicate agli anziani, al ciclo di catechesi sulla vecchiaia — ricco di sapienza umana e spirituale — all’istituzione della “Giornata Mondiale dei Nonni e degli Anziani”, ai messaggi inviati in occasione di questo evento. Non si tratta certamente di una novità assoluta, alle spalle vi è un cammino ecclesiale già lungo. San Giovanni Paolo II ne aveva posto le basi chiedendo, fin dal viaggio in Spagna del 1982, una pastorale che valorizzasse il «ruolo creativo degli anziani». Questa intuizione è stata ripresa e sviluppata dal Pontificio Consiglio per i Laici, con il documento “La dignità dell’anziano e la sua missione nella Chiesa e nel mondo” (1998), e dallo stesso Papa Wojtyła con la toccante Lettera agli anziani (1999). Benedetto XVI ha proseguito su questa linea; la sua visita nel 2012 alla casa-famiglia “Viva gli Anziani” qui a Roma, resta impressa nella memoria. Presentandosi come «un anziano in visita ai suoi coetanei», offrì un criterio fondamentale: «La qualità di una società si giudica anche da come gli anziani sono trattati. Chi fa spazio agli anziani fa spazio alla vita!».
Andando ancora più indietro, si può senz’altro affermare che la nostra riflessione sulla pastorale degli anziani ha la sua radice remota nel Concilio Vaticano II, con la riscoperta della Chiesa come Popolo di Dio in cammino, il riconoscimento della dignità battesimale di tutti i fedeli e la loro corresponsabilità nella missione e nella vita della Chiesa. Proprio la riscoperta conciliare della dignità battesimale, in ogni età e condizione della vita, porta naturalmente a riconoscere il ruolo da protagonisti che gli anziani possono e devono avere nella Chiesa. Dunque, per proseguire nell’attuazione del Concilio, il passo in avanti da compiere è quello di promuovere la fioritura di una pastorale degli anziani.
Il Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita – sulla scia delle costituzioni conciliari Lumen Gentium e Gaudium et Spes – si propone di servire in maniera unitaria l’intero Popolo di Dio, nelle diverse vocazioni e stagioni della vita: da qui il nostro impegno con le famiglie, i giovani, i laici, le associazioni di fedeli. Poiché oggi una porzione vastissima – e sempre crescente – di questo popolo è costituita dagli anziani, nel compiere la nostra missione non possiamo prescindere dalla pastorale a loro dedicata. Come ricordò Papa Francesco nel primo congresso, gli anziani sono il futuro della Chiesa, non solo il suo passato: la loro esperienza, la fede radicata e la saggezza sono un tesoro inestimabile per tutto il Popolo di Dio in cammino.
Il seme del Concilio entra in contatto oggi con una situazione sociale nuova: per la prima volta nella storia assistiamo ad una longevità diffusa. È in atto una vera transizione demografica: gli anziani non sono più una minoranza, ma una quota vasta e crescente della società. I dati lo confermano: in Europa oltre un quinto della popolazione ha superato i 65 anni e, in Paesi come il Giappone, l’Italia e la Germania questa fascia rappresenta già un quarto dei cittadini. Naturalmente, le dinamiche che portano all’aumento degli anziani sono diverse e complesse. In molti contesti ciò è frutto di un benessere diffuso; altrove, invece, è dovuta a fenomeni di altro tipo quali: l’abbandono dei villaggi, le aree spopolate dalle migrazioni, le crisi economiche o politiche che costringono i giovani a fuggire. Eppure, al di là delle cause, il dato è globale: ovunque gli anziani aumentano. Persino in Africa, continente dall’età media molto bassa, il numero complessivo degli anziani è in crescita ed essi non rappresentano più un’eccezione all’interno di una popolazione in prevalenza giovane, bensì una presenza significativa da curare e valorizzare.
Il Concilio ha invitato a leggere i segni dei tempi alla luce del Vangelo. L’allungamento della vita può essere considerato uno di questi “segni” che caratterizzano il “cambiamento d’epoca” che stiamo vivendo, che la Chiesa è chiamata a leggere con spirito “profetico” e con “occhi di speranza”, come il Giubileo ci invita a fare. E così, mentre molti guardano al fenomeno dell’aumento degli anziani con preoccupazione, come se costituisse un peso per la società, noi, come Chiesa, riconosciamo nella longevità un dono di Dio. Non si tratta di una emergenza da gestire, ma di una opportunità nuova. Alla luce della fede, un numero maggiore di anni da vivere è da considerare come un tempo di grazia durante il quale aprirsi con entusiasmo all’annuncio del Vangelo e come un arricchimento per l’intera comunità.
In molte parrocchie gli anziani non sono solo il gruppo più numeroso, ma spesso anche il più attivo. Oggi, infatti, la vita di un pensionato non coincide con l’inattività: al contrario, è spesso ricca di impegni e passioni. Siamo riuniti in questo Congresso proprio perché avvertiamo l’urgenza di dover elaborare insieme risposte pastorali adeguate a questa nuova realtà, per condividere esperienze e individuare percorsi adatti.
Il nostro Dicastero è a vostra completa disposizione per sostenere questo lavoro. Non intendiamo proporre ricette preconfezionate — ogni comunità ha la sua storia e le sue specificità — ma desideriamo pensare e camminare insieme a voi, in spirito autenticamente sinodale, per dare slancio a una pastorale tanto essenziale. Le parole che il Santo Padre ci dirà domani saranno certamente luce e incoraggiamento per il nostro lavoro.
Concludo rinnovando il più caloroso benvenuto a ciascuno di voi, augurandovi un lavoro fruttuoso. Il Signore guidi il nostro servizio agli anziani, che sono una benedizione per la Chiesa e per il mondo intero.

02 ottobre 2025

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