Pastorale giovanile

Insieme e al servizio di tutti i giovani, secondo la Christus Vivit

Si è concluso il Congresso pastorale di pastorale giovanile. Ecco i punti fondamentali emersi dall’incontro
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Si è concluso sabato, 25 maggio, il Congresso di Pastorale giovanile "Per una pastorale giovanile sinodale: nuovi stili e strategie di leadership”, organizzato dal Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita a Roma.

Dopo la prima giornata di incontro tra i due Comitati Organizzatori Locali della GMG di Lisbona 2023 e di Seoul 2027, e una prima presentazione del programma del Giubileo dei giovani del 2025, i partecipanti, responsabili e delegati di pastorale giovanile delle Conferenze episcopali e di Movimenti e associazioni internazionali hanno continuato i lavori immergendosi in una riflessione comune e un discernimento su come continuare il cammino insieme ai giovani e a servizio dei giovani - di tutti i giovani – secondo quanto indicato dalla Esortazione post-sinodale Christus Vivit, della quale si celebra il 5° anniversario dalla pubblicazione.

Potenziare la pastorale dell’annuncio e crescere nella vicinanza agli ultimi

La riflessione comune su quanto indicato dalla Christus Vivit è stato il pilastro della seconda giornata del Congresso, grazie ad una puntuale ed attenta analisi della situazione del mondo giovanile, presentata dal Rev. Prof. Gustavo Cavagnari, sdb.

Il professore di pastorale giovanile della Pontificia Università salesiana ha indicato 4 possibilità per affrontare le sfide del disagio emotivo e della disaffiliazione dei giovani oggi: potenziare la pastorale dell’annuncio esplicito di Cristo ai giovani; proporre cammini di spiritualità giovanile qualificati; proporre esperienze di fraternità; orientare la ricerca di senso (molto presente nei giovani) in chiave cristiana.

Anche il Rev. P. Christopher Ryan, parlando di leadership giovanile, ha sottolineato i due momenti fondamentali nella pastorale giovanile: l’outreach e la crescita. L’outreach, ossia il momento missionario vero e proprio nei confronti di ogni giovane che ha bisogno essenzialmente di fare il suo “primo incontro” con l’amore di Cristo; e la crescita, cioè la formazione continua e approfondita alla vita cristiana, che si propone di consolidare l’incontro e che include progressivamente esperienze di solidarietà, servizio e vicinanza agli ultimi, agli emarginati, ai poveri.

Il discernimento: l’esperimento dei circoli di conversazione nello spirito

Filo conduttore, invece di tutto il congresso è stato il metodo della conversazione nello spirito per esercitarsi al discernimento: la relatrice Sandra Chaoul - Direttrice della Rete di accompagnamento del Discernment Leadership Program, Libano – ha spiegato meglio la natura e la modalità della conversazione nello Spirito, come una pratica per discernere la volontà di Dio per noi, ascoltare cosa lo Spirito suggerisce alla comunità e alla Chiesa.

Intervallati da lunghi esercizi di conversazione nello spirito in circoli linguistici, i lavori hanno visto anche la partecipazione della dott.ssa Brenda Noriega – già membro dell’IYAB e esperta di processi di formazione alla fede dei giovani. L’applicazione di uno stile sinodale nel far fiorire un leader nei gruppi giovanili, ha spiegato Noriega, va molto al di là dello stereotipo del leader carismatico, sicuro di sé, trascinatore. Sia il pre-Sinodo che il Sinodo del 2018 e la Christus Vivit indicano modelli alternativi di leader apostoli che siano “professori”, ma che si mostrino amici e che camminino insieme agli altri giovani! L’accompagnamento spirituale, poi, non può più seguire schemi del passato, ma rivelarsi come vera e propria “amicizia spirituale” basata sulla fede e sulla condivisione dei doni di grazia, affinché Dio possa operare all’interno di questa relazione.

Una proposta per cambiare lo stile pastorale: fare del digitale un luogo di missione

Un momento importante della seconda giornata è stata la relazione di p. Franco Galdino, coordinatore dell’area Giovani del Dicastero. Parlando di tecnologie digitali nella pastorale giovanile, ha mostrato ai partecipanti una indicazione pratica e percorribile per cambiare lo stile della pastorale giovanile. il mondo digitale è esso stesso “terra di missione”, cioè un luogo dove farsi prossimi, creare vicinanza con i tanti giovani che abitano questa “terra”, molti dei quali sono lontani dalla Chiesa e da ogni tipo di fede. Un mondo di conoscenza, di una prima gioiosa testimonianza, di un primo kerigma, di un primo ascolto dei giovani che può aiutare a inserirli nella vita “reale” (non digitale) della Chiesa, quella dove si vive la realtà dell’Incarnazione (Dio è entrato nel nostro mondo materiale) e che è fatta di sacramenti, di celebrazioni, di legami fraterni, di ascolto comunitario della Parola, di servizio, di “sporcarsi le mani” con gli altri.

I giovani, forza motrice di sinodalità e in prima linea per far incontrare Gesù

La mattina del sabato, 25 maggio, l’Udienza dal Santo Padre ha dato ai partecipanti un mandato per il loro ritorno a casa: “non dovete trascurare però le vie ordinarie, cioè il cammino dei giovani nella vita quotidiana. È il percorso e la pastorale dei piccoli passi, dei piccoli numeri, delle parole e dei gesti semplici, dei momenti di celebrazione e di preghiera in comunità, delle decisioni di ogni giorno”. La Santa Messa in San Pietro, presieduta da S. Em. Card. Americo Aguiar ha chiuso la mattinata in Vaticano.

Le conclusioni del sabato pomeriggio sono state affidate a due momenti significativi. Il primo è stato un dialogo aperto tra i partecipanti e Sr. Nathalie Becquart, Sotto-Segretario della Segreteria del Sinodo, la quale ha detto: “I giovani sono la forza motrice della sinodalità!”.

In stile, infatti, sinodale, a partire da un minuto di silenzio, tutti i partecipanti hanno riflettuto insieme a lei su ciò che hanno compreso e ricevuto dallo Spirito su cosa significhi essere un leader sinodale.

Il secondo momento è stato affidato alle riflessioni conclusive del Segretario del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita, dott. Gleison De Paula Souza: “Noi, come Dicastero della Santa Sede che si occupa dei giovani, siamo ben consapevoli che voi (più di noi!) siete in “prima linea” nel lavoro con i giovani: nelle diocesi, nelle parrocchie, nei movimenti. Vi scontrate ogni giorno con le difficoltà reali della vita: le crisi di tanti giovani, i loro problemi, le loro resistenze. Ma vorremmo esortarvi a non scoraggiarvi mai!”. “Nella Chiesa”, ha continuato il Segretario “non seguiamo il criterio dell’efficienza, del successo esterno, della ricerca del consenso a tutti i costi. Seguiamo piuttosto l’esempio di Gesù e la sua parola” I giovani, infatti “giovani che sono in cerca di una loro identità, di un senso nella vita, di un posto nel mondo, di una strada sicura da percorrere che li porti alla felicità. Sono alla ricerca di un amore che non delude, di una verità che non passa mai di moda. Tutto questo possono trovarlo in Gesù e nella Chiesa”.

29 maggio 2024